Come accade verso la fine di ogni anno si tende a tracciare un bilancio degli investimenti effettuati e a delineare le possibili linee guida dei dodici mesi successivi.
Ecco, allora, i tre principali aspetti di cui dovremo tener presente almeno nella parte iniziale del 2022:
- L’inflazione: dopo i primi mesi del 2021 in cui già si intravvedevano i primi segnali di ripresa dei prezzi (prima sulle materie prime e poi sui semilavorati) che molti, però, relegavano a temporanei è evidente che l’inflazione è tornata per rimanere. Di provvisorio non ha nulla.
Le forze che la spingono al rialzo sono diverse: in primis l’evoluzione della pandemia con la variante Omicron che, a seconda di quanto contagiosa e pericolosa si dovesse manifestare, potrebbe portare ad una dinamica di consumo più orientata ai servizi che ai prodotti (o viceversa). C’è poi la questione gas naturale con il deteriorarsi dei rapporti tra Russia e Ucraina. Il gasdotto del Baltico non otterrà le autorizzazioni prima della fine dell’inverno e Mosca potrebbe rompere lo storico monopolio di Gazprom sulle esportazioni. Il climate change, infine, sta sortendo effetti pesanti in diverse parti del mondo e questo potrebbe comportare un aumento dei prezzi nel settore alimentare.
- Il tapering: della progressiva diminuzione del programma di acquisti da parte della Bce (e delle altre banche centrali) se ne parla da tempo. La questione non è ‘se si o se no’ ma quando e, soprattutto, come. In un’epoca in cui la comunicazione conta molto, l’abilità di C. Lagarde sarà di convincere il mercato che il tapering verrà iniziato e portato a termine senza shock per i delicati equilibri dei diversi paesi europei e i rispettivi debiti. Per casa nostra la questione è nodale visto che collocare un BTP a cinque anni a zero rendimento non sarà una passeggiata (ma allora aumenteranno i tassi! ma va?). La Lagarde ha già annunciato una misura compensativa al Pepp: l’App, una sorta di ‘calibrazione degli acquisti obbligazionari’ che, ovviamente, serviranno ad ammortizzare la cessazione del Pepp.
- Già. L’aumento dei tassi: i tassi in salita sono un fenomeno che porta con sé diverse conseguenze rilevanti. Intanto il possessore di un tasso fisso si appresta a perdere quattrini e ne perderà tanti di più quanto maggiore è la durata dell’obbligazione in suo possesso. Beh, ma allora me li tengo fino alla scadenza. Certo, e allora ne perdi comunque perché ti trovi con un tasso fuori mercato. E quindi? Non posso mica aumentare il mio profilo di rischio comprando azioni! Certo che no, anche perché è probabile che anche le azioni correggano mentre i tassi salgono. E allora? Che fare?
La gestione di un portafoglio è un’attività complessa che va capita e condotta con buon senso, rispetto delle regole che il mercato finanziario ha e nel giusto orizzonte temporale. Se desiderate approfondire o chiedere maggiori informazioni, non esitate a contattarmi.